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Cosa significa essere timidi e quando questa emozione sociale, così universalmente riconosciuta diventa “patologica” e disturbante nella vita della persona?
La timidezza viene definita spesso ansia sociale e si estende a tutte quelle situazioni relazionali in cui dobbiamo interfacciarci con qualcun altro.
Quindi questa emozione potrebbe prendere una strada “benigna” e manifestarsi come timidezza,ovvero semplice introversione e ritrosia come tratto di personalità, oppure prendere una strada più patologica e manifestarsi nel ritiro dalle relazioni e dal sentimento di essere “diversi” e quindi non accettati. In questo caso si parla di personalità evitante.
Quindi essere timidi nella giusta misura può essere un tratto, una caratteristica di personalità normale, così come avere gli occhi verdi o marroni. In questo caso la timidezza corrisponde ad una caratteristica di personalità sana ed è relativa al contesto culturale in cui ci si trova ed al tipo di educazione che si è ricevuto.
Ma questo tratto di personalità così sensibile e fragile spesso non trova un sostegno ed un riconoscimento in molte delle Società occidentali, le quali in maniera implicita spingono l’individuo a non essere timido. La cultura americana ad esempio spesso vede la timidezza come un vero problema e lavora quasi intensamente per produrre bambini competitivi, molto estroversi e sicuri di sè, come se l’essere introverso e fragile sia un grosso limite della persona.
In verità le persone timide hanno per temperamento un’ampia sensibilità per le interazioni sociali, probabilmente perchè prestano molta attenzione agli altri, cercando di identificare subito le situazioni nuove e inaspettate che li metterebbero in crisi. La timidezza porta infatti glli individui ad essere molto percettivo delle sottigliezze del comportamento altrui in particolare alle loro reazioni: prestano più attenzione alle interazioni sociali probabilmente come strategia per far fronte alla loro timidezza costituzionale. Per questo spesso notano aspetti che forse nessuno noterebbe.
La timidezza, per concludere, è una caratteristica della persona profondamente preziosa e sensibile. E’ quindi un grande errore metterla da parte e non ascoltarla e cercare di essere diversi da quello che siamo. Il grande insegnamento della timidezza è che tutti noi siamo esseri umani, con i nostri pregi, ma anche capaci e programmati per fare errori. Capire questo ci rende più umani e ci aiuta a comprendere meglio i propri limiti.