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Sono molte le persone che pur avendo le capacità, non riescono ad ottenere gli stessi risultati e gli stessi successi di altri. Perché questo avviene?
Perchè anziché scegliere la novità, affrontare il cambiamento, molto spesso queste persone vengono guidate e “frenate” dalla paura, che le ha confinate e delimitate a vivere all’interno della propria zona di confort.
Questa emozione, la paura, ha diverse sfaccettature. Può essere ad esempio:
PAURA DI RESTARE SOLI che ci blocca e ci fa chiudere in noi stessi quando una relazione è finita
PAURA DI SBAGLIARE che ci impedisce di sperimentare nuove situazioni e metterci alla prova
PAURA DI FALLIRE, che ci fa rinunciare a cambiare quel lavoro che ci piace, ci rende restii ad imparare una nuova lingua straniera, o a provarci con quella ragazza che tanto ci piace.
PAURA DI DECIDERE, che ci fa perdere fiducia nella nostra capacità di scelta e ci fa essere meno autonomi e sempre più dipendenti dagli altri
PAURA DI ESSERE GIUDICATI, che ci rende schiavi dal giudizio degli altri e ci impedisce di esprimere a pieno le nostre opinioni e punti di vista.
Infatti all’interno della nostra area di confort, del nostro piccolo mondo conosciuto, noi agiamo in autonomia, rendendo tutto prevedibile perché conosciuto. È la perdita di controllo e le catastrofiche conseguenze che si prevedono che ci fanno paura e non ci permettono di uscire dal confine che ci siamo imposti. Se lo oltrepassiamo emergono sensazioni di paura, frustrazione e malessere che bloccano ogni via di fuga.
E più il tempo passa e più questo guscio che ci siamo costruiti diventa pesante ed ingombrante: ci impedisce di vagliare altre possibilità, di avere coraggio, di scegliere strade nuove, di cambiare direzione quando quella che percorriamo non è più quella giusta.
Ma come si fa ad uscire dal guscio? Perché alcune persone agiscono nonostante la paura ed altre invece si bloccano e non riescono ad affrontare le difficoltà?
Questa breve storia può esserci d’aiuto:
“ Un re ricevette in dono due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli al maestro di falconeria perché li addestrasse.
Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato.
“E l’altro?” chiese il re.
“Mi rincresce, sire, ma l’altro falco si comporta stranamente; forse è stato colpito da una malattia rara, che non siamo in grado di curare. Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo dell’albero su cui è stato posato il primo giorno. Un inserviente deve arrampicarsi ogni giorno per portargli cibo”.
Il re convocò veterinari e guaritori ed esperti di ogni tipo, ma nessuno riuscì nell’impresa di far volare il falco.
Incaricò del compito i membri della corte, i generali, i consiglieri più saggi, ma nessuno potè far muovere il falco dal suo ramo.
Dalla finestra del suo appartamento, il monarca poteva vedere con grande rammarico e tristezza il falco immobile sull’albero, giorno e notte.
Un giorno fece proclamare un editto in cui chiedeva ai suoi sudditi un aiuto per il problema.
Il mattino seguente, il re spalancò la finestra e, con immenso stupore, vide il falco che volava superbamente tra gli alberi del giardino.
“Portatemi il fautore di questo miracolo” ordinò.
Poco dopo gli presentarono un giovane contadino.
“Tu hai fatto volare il falco? Come hai fatto? Sei un mago, per caso?” gli chiese il re.
Intimidito e felice, il giovane spiegò:
“Non è stato difficile, maestà: io ho semplicemente tagliato il ramo. Il falco si è reso conto di avere le ali ed ha incominciato a volare”.
Questo racconto ci insegna come a volte i pensieri che ci guidano, così come le paure ed i limiti mentali, nascono dal fatto che immaginiamo il mondo come pericoloso, e quello che ci ripetiamo costantemente è: “E se va male?”” e se qualcosa andasse storto?”, “potrei fallire e sarebbe insopportabile”.…. questi pensieri ci porta all’ immobilità, al non cambiamento. Ci fanno rimanere fermi invece di provare a volare.
È l’atteggiamento mentale che in questo caso deve essere modificato: tenete sempre in mente che chiunque abbia raggiunto nella vita grossi traguardi ha ricevuto centinaia di volte risposte negative e porte sbattute in faccia, ma per questo non ha mai rinunciato. Un fallimento non ci segna per sempre, se si ha il coraggio di riprovare. E se invece “andasse bene”?
Abbiate sempre uno scopo, e cercate di raggiungerlo. Se è troppo difficile dividetelo in tanti piccoli obiettivi più semplici. E metteteci impegno nel raggiungerli.
Non avete remore a chiedere aiuto. Punti di vista diversi aiutano più facilmente a trovare soluzioni.
Ed infine non smettete mai di provare…permettete a qualcuno di tagliare il ramo a cui siete tenacemente attaccati e rendetevi finalmente conto di avere le ali.
in bocca al lupo!